Nel lessico comune il trauma è definito una lesione profonda, prodotta in un organismo in modo improvviso e rapido. Esiste quindi un trauma con la “T” maiuscola, cioè un episodio che in un luogo e in un momento ben definito, genera una modificazione dolorosa nel soggetto, definendo quell’istante come lo spartiacque fra un “prima” e un “dopo”. In psicologia si riconosce certamente questo tipo di trauma, ma non è certo l’unico e forse neppure il peggiore.

Non è l’unico, perché attualmente si sono definite come traumatiche, anche le conseguenze di una prolungata esposizione ad agenti che sviliscono, svalutano e mortificano un soggetto, come ad esempio anche la trascuratezza, che si esprime non solo nella mancanza di cure esteriori, ma anche e soprattutto, nella carenza di attenzione ai bisogni psico-affettivi e relazionali. Non il peggiore, perché il Trauma con la “T” maiuscola è decisamente più semplice da definire, quindi meno problematico da riconoscere per porre in essere un percorso d’aiuto alla persona.

Come fare allora a comprendere se e quando sia il caso di preoccuparsi per un eventuale trauma con la “t” minuscola? Sia per gli adulti che per i bambini, monitorare la presenza di disagi rispetto all’alimentazione e alla digestione, al controllo sfinterico diurno e notturno, come la qualità del sonno, è già un inizio importante. Se in uno di questi ambiti si riscontrassero problemi, le cui cause organiche siano state escluse, sarebbe il caso di approfondire eventuali cause psicologiche, legate ad esempio ad insicurezze profonde o scarsa autostima, che ben si radicano quando il soggetto è stato esposto a periodi di trauma con la “t” minuscola. L’approfondimento delle Potenzialità, Abilità e Disponibilità del soggetto (verifica PAD) consente di comprendere, anche questi importanti aspetti del Sé, allo scopo creare un percorso di crescita armonica.

 

Alba Passarella

Pedagogista Clinico ANPEC N.4278

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