Il metodo delle formiche all’Infanzia per recuperare abilità e competenze prezionse

Si chiama il Metodo delle Formiche e a sperimentarlo, per il primo anno, sono 5 delle 8 sezioni della scuola dell’infanzia Scurati dell’Istituto comprensivo Terzani.

A presentare il progetto, alla presenza dei genitori dei piccoli, delle colleghe e della dirigente della scuola, Maria Giale Infantino, è stata Alba Passarella, ideatrice del metodo.

“Da diversi anni incontro e propongo ai bambini di 4 anni Corpi in ascolto, un progetto per la prevenzione dei DSA alla scuola dell’infanzia, finalizzato anche al contenimento emotivo (secondo la legge 170/2010). Gi stessi bambini li incontro nuovamente, insieme ad una collega, a sua volta pedagogista clinica, all’età di 7 anni, quando frequentano cioè la seconda elementare. Questa seconda valutazione ha sempre l’obiettivo di prevenire i Disturbi Specifici di Apprendimento e di intervenire in maniera tempestiva. Durante questi colloqui, e nel mio lavoro quotidiano di educatrice, ho però notato in alcuni bambini, certamente intelligenti, l’incapacità di mettere in sequenza, con logica, delle immagini, di riferire un racconto, di descrivere fatti accaduti. Problemi che possono trascinarsi nel tempo e che alla scuola media si manifestano sia attraverso la produzione scritta, con contenuti sempre più poveri, che nell’incapacità di esposizione orale. Atteggiamenti che sono stati per me campanelli di allarme e che mi hanno fatto interrogare.

Durante l’estate sono così andata a riprendere studi, ricerche, allo scopo di ideare un metodo che potesse facilitare i bambini a sviluppare alcune competenze specifiche e che potesse aiutarli nell’apprendimento. Da questo mio studio è nato il Metodo delle Formiche“.

Su cosa si basa questo nuovo progetto? e come è stato accolto dal corpo docenti?

“Si tratta di una sperimentzione metodologica basata sulla valorizzazione del processo educativo-relazionale. L’obiettivo per noi ora non è il prodotto, ma il processo. Dare valore al fare, indipendentemente dal risultato che si ottiene. Gli elaborati continuano ad essere fatti nelle classi, ma senza più l’ambizione di realizzare un “lavoretto” ben fatto da mostrare ai genitori.  Non tutti i lavori prodotti dai bambini finiranno, insomma, nelle loro cartellette da portare a casa. Molti avranno l’unico obiettivo di aumentare le loro competenze e fare acrescere la loro abilità, ma anche di recuperare l’ordine e la logica. Le mie colleghe hanno accolto con favore questa proposta e insieme abbiamo studiato un percorso di motricità fine“.

Qualche esempio?

“Realizzare una pallina con la cartapesta o con il pongo aiuta i bambini nel loro sviluppo cognitivo, e la stassa finalità hanno i lavori di punteggiatura e di pressione. Attività che un tempo si facevano nella scula dell’infanzia , ma che si erano perse negli anni perchè considerate retrò… vecchie, sorpassate.

Oggi si è capito che mettere in fila delle piccole conchiglie (da qui il nome di Metodo delle Formiche), dei sassolini, aiuta i nostri bambini a concentrarsi e a sviluppare abilità preziosissime per la crescita e l’apprendimento. A casa – ha consigliato alle mamme presenti, l’esperta, in conclusione – parlate ai vostri figli, interrogateli nelle cose di tutti i giorni, chiedete loro di riferirvi della giornata a scuola, coinvolgeteli nella spesa e in altre mansioni quotidiane”.

Marina Rosati