Il metodo delle formiche all'università

Del metodo delle Formiche, ideato da Alba Passarella, pedagogista clinico e insegnante della scuola dell’infanzia, attraverso anni di esperienza in campo educativo e un’attenta osservazione dello sviluppo delle competenze nei più piccoli, il giornale aveva già parlato alcuni anni fa.

Da allora, però, le “formiche sono cresciute” e il progetto, avviato in modo sperimentale nel 2008/2009 in una sola sezione, dal 2014 è stato esteso a tutte le classi della scuola dell’infanzia di via Galimberti e proposto ai bimbi in modo sistematico.

La scuola materna dell’Istituto Comprensivo Terzani è l’unica in Italia autorizzata a utilizzare con i bimbi dai 3 ai 6 anni di età il metodo presentato all’università di Bressanone il 1° dicembre scorso durante il secondo convegno internazionale “Educazione Terra Natura: Io Corpo, Io Racconto, Io Emozione”.

Invitata dalla professoressa Monica Parricchi (Ricercatore di Pedagogia generale e sociale Libera Università di Bolzano) l’abbiatense Alba Passarella ha raggiunto l’ ateneo della città più antica del Tirolo con i suoi vicoli pittoreschi e il suo armonioso ordine, per presentare il suo sistema formativo e didattico che nasce da tre fondamenti e che è, soprattutto, frutto di un’ osservazione scrupolosa dei bambini già approdati alla scuola primaria.

«Mi ero accorta, durante il percorso di screening che da anni viene organizzato per i bambini di seconda elementare e che è finalizzato a individuare possibili difficoltà di apprendimento negli alunni, che alcuni bambini, intelligenti e competenti, non riuscivano a gestire compiti anche molto semplici, come disporre immagini in sequenza. Ed è proprio a partire da quelle difficoltà che mi sono chiesta cosa, alla scuola dell’ infanzia, poteva essere rivisto.

Ho iniziato a lavorare al Metodo delle Formiche che, ci tengo a precisarlo, non snatura la progettazione annuale studiata dai diversi docenti, ma la integra e completa, per tentare un approccio diverso con i bambini, per far recuperare abilità perse. Il metodo non si basa su una richiesta di prestazioni, non sottopone il bambino alla fatica e allo stress “del saper fare per forza”, ma valorizza le qualità del singolo.

Attraverso giochi strutturati, perchè sempre di attività ludica si parla, è infatti possibile cercare di promuovere quello che c’è sotto e che deve essere portato in superficie. Ai bambini, in modo sostematico, vengono proposti, dunque, giochi grafici, attività con il corpo (ad esempio seguire delle linee tratteggiate sul pavimento), ma anche giocare con scatole di forme e dimensioni diverse che il bambino è chiamato ad aprire e chiudere, travasare liquidi con il contagocce, mettere in fila oggetti diversi, e molto altro ancora».

Un metodo che si basa su attività che possono sembrare elementari, ma che per i bambini di oggi non lo sono affatto. L’idea, insomma, è quella di recuperare e valorizzare. Alla scuola materna Scurati da anni si fa ricerca, e si lavora per favorire i più piccoli nel loro sviluppo fisico e cognitivo, come ci tiene a precisare proprio Passarella: «è una scuola attenta ai bisogni educativi emergenti, e che può vantare un team costruttivamente critico e aperto a esprienze nuove».

Il Metodo delle Formiche, che il mese scorso ha addirittura raggiunto il mondo universitario, at- traverso la sistematicità con cui viene proposto e applicato influisce positivamente a livello neurologico, ma è anche finalizzato a recuperare i valori della famiglia, fondamentali per la formazione dell’identità del bambino.

«I piccoli devono identificarsi e riconoscersi nella loro famiglia e per questo è importantissimo dia- logare con loro, raccontare, trasmettere valori».

Il Metodo delle Formiche, firmato Alba Passarella, è dunque un sistema formativo e didattico che nasce dalla riflessione della scuola dell’infanzia, ma non si limita al solo ambiente educativo.

La crescita umana è intesa come un mosaico, integrato e armonioso, di esperienze che interagi- scono in modo sistematico, coinvolgendo tutti gli attori.

Marina Rosti