Questa volta non tratteremo delle “carenze” ma degli “eccessi” che a volte caratterizzano la relazione fra genitori e figli. Lo spunto me l’ha offerto uno studio condotto da ricercatori dell’Università di Amsterdam, insieme a quelli della Università dell’Ohio, basato su oltre 500 bambini intervistati nel corso di diciotto mesi, da cui emerge come un bambino continuamente lodato, corra il rischio di divenire narcisista e un adulto narcisista incontrerà diverse difficoltà nelle relazioni.

Lodare un bambino per la buona riuscita in un compito, sottolineare il suo impegno con un gesto d’affetto, ricordare di fronte ad altri quanto sia speciale in sua presenza, non rappresentano comportamenti che mettono a rischio un figlio, è la presenza unica di tali modalità, senza il contraltare di regole, “no” e confini, ad aprire la strada ad un possibile disagio. Ogni persona crescerispecchiandosi” in ciò che i genitori gli restituiscono circa il suo comportamento, è quindi importante che siano lodati quando si “comportano bene” ma se vengono lodati sempre e comunque, il loro ego rischia di dilagare: si potrebbero sentire onnipotenti e al di sopra di qualunque critica o regola.  Come mettere confini allora? Come rispettare le regole a casa o a scuola? Come poter arginare comportamenti eccessivi se cresce con l’idea che tutto ciò che fa è degno esclusivamente di lode? Con tali premesse il rischio dello sviluppo futuro di una personalità dai tratti narcisistici appare fondato. Qual è la difficoltà dell’adulto a trovare il giusto equilibrio fra lode e fermezza? Per cominciare è dura dire “no” a quel piccolo angioletto che ti guarda con due occhioni languidi, ma bisognatener duro” perché gli adulti siamo noi e siamo consapevoli che essere fermi in alcuni casi, è solo per il suo bene; inoltre dobbiamo sempre tener presente ed essere capaci di scindere e trasmettere il messaggio che, sotto il giudizio critico c’è il comportamento e non il bambino nella sua integrità di persona: l’amore non viene meno per una sgridata.

Alba Passarella

Pedagogista Clinico ANPEC N.4278

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